domenica 30 settembre 2012

Intervista a Marco Cavallini: dall’Italia al mondo intero


Marco Cavallini
Ha 48 anni, è nato a Fidenza (Pr) e vive nel parmigiano, a Tabiano Bagni. Marco Cavallini nutre una grande passione per il viaggio. In collaborazione con l’associazione provinciale “Le Giraffe”, organizza reportage e workshop di fotografia sociale. Si occupa di creazione e gestione di siti web legati al viaggio e al commercio equosolidale. Una vita spesa a vagabondare da un capo all’altro del mondo, immortalando con il flash la sua originale esperienza. Terre Nomadi lo ha intervistato.

Come e quando nasce la sua passione per il viaggio? 
Da bambino, quando scorrazzavo per l’Italia con la mia famiglia in roulotte. Poi è stata la volta di Edimburgo, qualche viaggetto “europeo” con gli amici, finché, più o meno per caso, sono finito in Yemen con un gruppo organizzato. Lì, guardando gli adesivi sulla porta di un funduq, ho conosciuto “Avventure nel Mondo” e, dopo due anni e mezzo, ne sono diventato il coordinatore. Con loro ho organizzato una cinquantina di viaggi meravigliosi. Spero di pianificarne altri. Li alterno con viaggi in solitaria. Mi sono concesso quattro visite in Kurdistan turco come osservatore in occasione del Newroz, l’importante capodanno kurdo.

Che cosa rappresenta per lei il viaggio? 
Viaggio è spesso sinonimo di inquietudine e di ricerca. Sicuramente è un momento di realizzazione personale e non di semplice evasione. Mi piace confrontarmi con culture e usanze lontane, mettendo in discussione anche me stesso. C’è sempre una base di fuga dalla routine e dal proprio mondo, ma questo lo si fa ormai tutti i giorni per sopravvivere. I primi viaggi nascono dall’irrequietezza, poi il viaggio diventa una sorta di “droga” di cui ogni tanto bisogna far uso per ritrovare emozioni.

Qual è stato il suo primo viaggio?
Il primo vero viaggio è stato in Scozia. Mi sono fermato per tre settimane con la mia famiglia a Edimburgo. Il primo extraeuropeo, invece, in Canada e poi in Yemen.

Quali sono state le esperienze di viaggio che l’hanno colpita di più?  
Viene sempre in mente l’ultimo viaggio. Poi, scandagliando fra i ricordi, si pensa a tanti episodi, aneddoti e incontri che hanno contribuito a costruire la mia coscienza e le mie idee per il futuro. Ricordo il santone tedesco che viveva in una grotta vicino Gwalior, in India, accudito da quaranta fedeli del luogo. Ricordo il settantenne francese che mi chiese informazioni a una fermata dei pullman di linea in Guatemala. Mi disse di essere rimasto vedovo da due anni e che da allora non voleva rimanere a casa da solo. Da un anno aveva cominciato un giro del mondo senza tempi di riferimento, se non quelli normali del ciclo vitale. Importantissimi alcuni incontri nelle zone kurde. Ho conosciuto gente obbligata ad andarsene di casa per essere deportata in posti invivibili o persone che sopportano situazioni assurde pur di non abbandonare la terra dove sono nate. Ho cominciato a viaggiare senza macchina fotografica, poi mi sono appassionato profondamente a questa arte, ma gli incontri restano i momenti più importanti ed arricchenti di qualunque viaggio.

Che cosa le insegna ogni nuovo viaggio?  
Sicuramente mi insegna sempre qualcosa su me stesso. Non è un luogo comune sostenere che viaggiare apre la mente e rende più elastici. Mi ha reso più “intollerante” verso l’ignoranza. Mi fa rabbia sentire certi discorsi sugli immigrati farciti di credenze popolari. I libri di Tiziano Terzani mi hanno fatto capire cose che avevo visto e che senza una spiegazione non ero riuscito a capire.

C’è un posto in cui fermerebbe il suo “peregrinare”?  
È troppo forte la curiosità di vedere sempre posti nuovi. Ho visitato tantissimi paesaggi meravigliosi, ma nessuno in cui mi fermerei a vivere. Per questo sogno la zona collinare in cui sono stato per 14 anni, tra Fidenza e Salsomaggiore. Mi ero innamorato del Madagascar, ma, una volta approfonditane la conoscenza con tre viaggi e tante chiacchierate con gli occidentali che ci abitavano, decisi di abbandonare l’idea. Dopo dieci anni dall’ultima visita, sta rinascendo la voglia di tornarci.

Il blog di Marco Cavallini si può consultare cliccando sul link http://www.marcocavallini.it/ 

Anna Maria Colonna
annamaria9683@libero.it  

Seguono alcune fotografie scattate da Marco Cavallini durante i suoi tanti viaggi.

Nord Vietnam - Lavoro in risaia
Nord Vietnam - Sorriso






Nord Vietnam - strada verso Sapa 













Mali, Baobab

                                                                                        




                                                                                                                              

                Mali, Djenné, la scuola coranica                     


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