domenica 24 febbraio 2013

Da Parigi alla luna


di Anna Maria Colonna
annamaria9683@libero.it


Ogni uomo vive il rapporto con un luogo diverso dalla sua quotidianità in maniera molto personale. C’è la curiosità della scoperta o il desiderio di tornare «a casa» quanto prima. Quell’irrefrenabile spinta a conoscere e a spalancare confini può diventare anche chiusura. Tanti direbbero che è solo questione di adattamento. Soprattutto quando lavoro e studio costringono ad andare altrove. Per abbracciare orizzonti bisogna amare la strada. Ma prima della strada, occorre amare il mondo. La consapevolezza che nei paesaggi, nei paesi e nelle città si nasconde sempre una goccia di bellezza spinge ad andare oltre. A costruire la propria casa ovunque, anche se solo per pochi giorni.

Nelle pagine del libro di Adam Gopnik «Da Parigi alla luna» si riesce a percepire la passione dell’autore per la scoperta. La sua curiosità verso ogni singolo dettaglio. Sensazioni che scorrono fra le righe, nel racconto di un’esperienza che rapisce. Corrispondente dalla capitale francese per il «New Yorker», Gopnik trascorre cinque anni nella Ville Lumière insieme alla moglie Martha e al figlio Luke.

Da New York a Parigi, il giornalista americano non teme il confronto fra due culture totalmente differenti. Anzi, lo vive nell’intimità dei café, dei parchi, dei musei, della quotidianità francese. Una quotidianità che l’autore fa sua per comprenderla fino in fondo.

Lo scrittore svizzero Alain de Botton definisce quello di Gopnik «il più bel libro sulla Francia scritto negli ultimi anni». Non si può tracciare il ritratto di un luogo senza percepirne l’essenza. Senza ascoltare i suoi silenzi e le parole che sussurra.

Che cos’è che rende così bella Parigi? «L’intreccio di lei e te», risponde l’autore quasi sottovoce. La città delle «intricate ed improvvisate esperienze» diventa uno scrigno aperto. Al di là della minuscola arcata di rue de Seme e di fronte all’imponente Institut de France. Che cos’è che rende meravigliosa la capitale francese? «Il passaggio dal grande al piccolo». Anche il lettore deve essere preparato a farsi piccolo, «a vivere, ad arrancare, a chinare la testa per la malinconia e poi a sollevarla» per cogliere quel misterioso, eppure affascinante, passaggio.

Colonna Sonora: Vanessa Paradis, La Seine 










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