sabato 9 febbraio 2013

Giovane foggiana scrive a Giulietta, l'eroina shakespeariana risponde

Intervista a Claudia D'Agnone, premiata a Verona per la sua lettera sull'amore

di Anna Maria Colonna
annamaria9683@libero.it
Claudia D'Agnone
«Io credo che l’amore sia questo, che l’amore sia il colore, un colore forte, allegro, che, irregolare, cade sul foglio, lo macchia, lo sporca, lo rende meno perfetto. Perché la perfezione è noiosa, l’amore non lo è mai». Claudia D'Agnone ha 22 anni e vive a Foggia. Per caso, un giorno, ha deciso di scrivere a Giulietta Capuleti. Tra le sue mani, una doppia risposta. Alla lettera e ai suoi pensieri. A distanza di mesi, quando la ragazza aveva archiviato l'esperienza, arriva una e-mail. A scriverle, le segretarie di Giulietta, riunite nel Club intitolato all'eroina shakespeariana. Rispondono quotidianamente alle lettere di migliaia di innamorati di tutto il mondo. Le volontarie comunicavano a Claudia che il 16 febbraio 2013 si sarebbe dovuta recare a Verona per ritirare il premio annuale «Cara Giulietta». La sua lettera è stata giudicata una delle più belle. Terre Nomadi ha intervistato la giovane foggiana.


Chi è Claudia D'Agnone?
Sono una ragazza di 22 anni nata e cresciuta a Foggia. Ho frequentato il liceo scientifico e, al momento, sono iscritta alla facoltà di Economia e Commercio della mia città. Ho più o meno le stesse passioni di tutti i giovani della mia età. Mi piace la musica, studiata in passato frequentando un corso di chitarra e con cui ho recentemente «riallacciato i rapporti» iscrivendomi a delle lezioni di canto. Ho scoperto, grazie a mia sorella, che studia danza, una passione per il balletto. Lo capisco poco, ma mi attrae veramente tanto. Adoro i libri, di qualunque genere, la scelta è sempre dettata dal particolare momento che sto vivendo. Mi piacciono il teatro e il cinema, passioni che vorrei approfondire, dato che non ho ancora troppi mezzi tecnici per giudicare un buon prodotto e mi baso molto sul particolare interesse che suscitano in me.

Come è nata l'idea di scrivere una lettera a Giulietta?
In realtà è stato un caso. Ho da sempre affidato ad un diario o ad una pagina word pensieri a volte anche sconnessi. Quella volta avevo uno strano desiderio di essere ascoltata, ma non volevo parlare con i miei amici, non volevo una risposta immediata, diretta. Volevo solamente essere certa che qualcuno ascoltasse o, meglio, leggesse. Così mi sono ricordata del film «Letters to Juliet» e ho deciso di provare a mandare la mia lettera/flusso di coscienza alla famosa eroina, un po' perchè l'argomento si prestava e un po' perchè ero curiosa di vedere se mi avessero risposto davvero. E l'hanno fatto.

Come sei venuta a conoscenza del «Club di Giulietta»?
Tramite il film di Gary Winick, «Letters to Juliet». Pensavo fosse una trovata cinematografica, ma, con una veloce ricerca su internet, ho scoperto che le segretarie di Giulietta esistono davvero.

Sei - o sei mai stata - innamorata?
Non sono mai stata innamorata e non lo sono ora. Probabilmente non ero matura e non conoscevo abbastanza me stessa per poter provare un sentimento del genere. Adesso sto lavorando su di me, sto imparando a capirmi, ad accettare i miei limiti e a credere nelle mie potenzialità... e io ci ho impiegato 22 anni per farlo! Quando sarò una persona definita e riuscirò a dare un'immagine precisa di me, forse arriverà anche l'amore. Molti credono, a torto o a ragione non so, che in amore si diventi un'entità unica, ma io non la penso così. Questa visione per cui ci si annulla in un terzo essere che non è né me e né te mi pare poco realistica e anche poco duratura. Se non sai chi sei, non puoi pretendere che un altro ti aiuti a capirlo. Solamente due individualità ben definite possono scegliere coscientemente di percorre la stessa strada insieme e di amarsi con consapevolezza. Davvero.

Quando hai inviato la lettera? E quando hai ricevuto risposta?
Ho inviato la lettera a giugno e la risposta è arrivata ad ottobre.

E come hai saputo di aver vinto il premio?
A fine novembre il «Club di Giulietta» mi inviò una e-mail, avvisandomi che la lettera, insieme ad altre, era stata scelta per la selezione finale. La cosa mi stupì molto perché, dopo la risposta, avevo decisamente archiviato l'esperienza. Fui felice, ovviamente, e ringraziai per aver preso in considerazione la mia confidenza, a tratti infantile. Non pensai neppure per un secondo che avrei potuto vincere, mi sentii soltanto molto gratificata. Mi è sempre piaciuto scrivere e mi sono sempre impegnata molto per scrivere bene. Quella lettera, invece, era frutto di un momento, non l'avevo riletta, ma solo inviata. Poche settimane dopo, mi arrivò l'annuncio della vittoria. Fu un colpo serio. Ero contenta come oggi, ma la vittoria, oltre che felicità, mi diede un senso d'ansia: «Ora lo sapranno tutti, cosa penseranno?». Risento sempre un po' del giudizio degli altri, poi mi sono detta che è una cosa bella, che avevano letto tante lettere e che proprio la mia era stata scelta. Mi sembrava quasi una mancanza di rispetto nei confronti delle segretarie di Giulietta e, così, tra i due sentimenti, ha vinto la paura di essere scortese. Oggi, invece, sono molto felice della vittoria e di non aver dato retta ai miei immotivati timori. Sarà una bella esperienza ricevere il premio.

Sei mai stata a Verona?
No, mai. Ma è un viaggio che ho in programma da anni. Ne parlavamo spesso con amici, ma non abbiamo mai trovato il momento che andasse bene a tutti. Andarci per ricevere un premio è sicuramente un'esperienza che mi legherà alla città di Verona per sempre. Spero di riuscire a fare un bel giro e di tornare presto per godermi qualche spettacolo all'Arena.

Questa esperienza ha cambiatio un po' la tua vita?
Ha sicuramente dato una bella botta alla mia autostima! É decisamente gratificante essere scelti tra molti, soprattutto se non te lo aspetti. Mi ha fatto pensare alla mia vita... ho smesso per un secondo di fare la ragazzina che si lamenta, pensando che a lei non accada mai niente, e mi sono detta: «Dopotutto, se ci provi, qualcosa può anche succedere». Quindi, in questo senso ha un po' influito sulla mia vita.

La lettera integrale

Cara Giulietta,
sono qui, nella mia stanza, a sfogliare la tua storia, a sognare. Ho letto tanto dell’amore, di quell’amore che ti toglie il fiato, che ti dà il coraggio di affrontare qualunque cosa. Io quell’amore non l’ho mai provato, lo vivo nei libri, lo afferro negli occhi degli altri, ma non è la stessa cosa.
Dicono tutti che l’amore sia vita, ma, avendo trascorso 22 anni senza amore, posso affermare che così non è. La vita parte quando veniamo al mondo, il nostro primo vagito segna l’inizio della nostra vita. E l’amore, allora? Come si può descrivere un sentimento che tutti dicono essere così forte, se non con una parola tanto totalizzante? Beh, io credo - e forse suonerà banale - che la vita sia come un foglio bianco su cui noi scriviamo la nostra storia fatta di gioie e dolori, di vittorie e sconfitte. E poi arriva il colore, il colore di un sorriso dolce, di uno sguardo che brilla, di una persona che è tutta diversa rispetto al tipo ideale su cui abbiamo fantasticato tutto il tempo. Ecco, io credo che l’amore sia questo, che l’amore sia il colore, un colore forte, allegro, che, irregolare, cade sul foglio, lo macchia, lo sporca, lo rende meno perfetto. Perché la perfezione è noiosa, l’amore non lo è mai. 

Come avresti potuto prevedere di finire morta nel fiore dei tuoi anni? E, soprattutto, avresti mai pensato che morte ti sarebbe stata più lieta? Nel mondo di oggi spesso si gioca a fare i cinici, si dice di non credere all’amore, di essere single per scelta, di aver deciso di puntare sulla carriera. Io credo solo che questa gente abbia paura, abbia paura di macchiarsi, abbia paura di non riuscire a controllare più una vita che ha faticato a mettere negli schemi... paura di cadere nel banale cliché del «due cuori e una capanna». Ah, in questo mondo servirebbero meno giornali, sempre pronti a darci notizie sconfortanti, e più copie della tua storia. Magari qualcuno arriverebbe a capire che, sì, si può vivere anche senza amare, ma una sola persona può dare così tanto valore alla tua vita che anche la morte diventa meno cupa se sai di poterla condividere.

Claudia

Colonna sonora: Annalisa Pompeo, Noi (Giulietta e Romeo)


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