lunedì 14 ottobre 2013

Sestri Levante, nella baia del Silenzio ligure

di Fabio Castano

Sestri Levante, specchio di mare © Fabio Castano


Giri di vento e luce rischiarano lo specchio di mare davanti. Il sole gioca con le nuvole, si mostra, si nasconde. Lancia dardi e li riprende, come attaccati ad un filo flebile. Due gabbiani appisolati tra le onde si fanno cullare. E gli altri sopra che stanno su, come aquiloni, sostenuti da un’aria poderosa. A tratti il mare, riflettendo la luce, sembra fatto di scaglie di vetro. Un silenzio pieno, arrotondato, riempie lo spazio di questa baia incantevole. E le dà anche il nome: la baia del Silenzio, a Sestri Levante (Ge). Ci sei arrivato per caso, sia a Sestri che nella baia, spinto da quelle folate di destino che a posteriori rimetti al loro posto, e comprendi meglio. Ti hanno chiamato per partecipare alla premiazione di un concorso letterario. Quale più dolce occasione per scoprire un nuovo luogo. 

Sestri Levante, spiaggia © Fabio Castano
Di solito, per chi è lombardo come me, la Liguria viene vissuta come il mare brutto, il mare vicino, nulla di speciale, tirando le somme. E, come spesso accade, scalando una montagna di stereotipi, si arriva in una valle di bellezza incontaminata. Così è successo. Dunque Sestri: un paese di mare molto carino, nella parte est della regione, detta di Levante, con un lungomare piacevole. Dietro, le montagne si alzano per vedere meglio il mare profondo, che sembra fatto di metallo scuro. Guardando l’orizzonte, sulla sinistra, si getta in acqua un promontorio tozzo che divide la città in due baie: la baia delle Favole e la baia del Silenzio, appunto. 

Baia del Silenzio © Fabio Castano
La prime deve il suo nome principalmente allo scrittore e favolista Hans Christian Andersen, che, girovagando per l’Europa nel suo Grand Tour ottocentesco, rimase incantato dagli scorci della cittadina ligure e vi soggiornò nel 1833 (si dice che proprio a Sestri scrisse alcune delle sue favole più belle). La baia in questione venne definita «delle Favole» dal conduttore televisivo Enzo Tortora in una puntata di Campanile Sera, e da allora l’etichetta è rimasta affissa al luogo. Altri letterati e poeti furono affascinati da Sestri e dalla sua atmosfera di seta: Byron e Shelley la visitarono ripetutamente. In ricordo di H. C. Andersen ancora oggi in città si svolge un noto Premio internazionale dedicato a scrittori di favole.


Verso la Baia del Silenzio © Fabio Castano
Ti addentri negli intricati carruggi liguri, strade così strette e alte che, se alzi lo sguardo, le pareti delle abitazioni sembrano quasi sfiorarsi. Chiedi informazioni. La sera prima, dopo la premiazione, hai solo sfiorato la pelle della città. Hai visto il lungomare illuminato, i ristoranti pieni e il gran vociare dell’ultimo tratto d’estate. Hai acchiappato gli odori di pesto ligure, di pesce cotto a puntino, osservato le mura dipinte e i giochi cromatici e prospettici tipici delle abitazioni liguri più antiche. Ora vuoi andare un poco più in là. E, difatti, prendendo la stradina a fianco della chiesa di Santa Maria di Nazareth, sulla sinistra, guardando frontalmente l’edificio, si arriva al Silenzio. 

La Baia è un'insenatura piccola e nascosta, contornata da case coloratissime che chiudono la spiaggia. Tutto a sinistra, un hotel candido a picco sul mare. A destra, una chiesetta. Difficile descrivere quello che si prova entrando: il silenzio è una dimensione che viene quasi spontanea assumere. Se sei in compagnia, le parole diminuiscono, si alza e acuisce l’ascolto. 

Baia del Silenzio © Fabio Castano

Il vento gira e si mette a suonare. Fa vibrare ogni elemento che incontra. Le onde sono un sottofondo ritmato. C’è connessione, totalità di visione. I pensieri diminuiscono, si alza e acuisce l’esserci, una presenza diffusa. Il vento aumenta, sposta lo spruzzo di barche attraccate nel porticciolo. I pescatori si sbeffeggiano un po’ nel loro musicale accento ligure e sono pronti alla nuova battaglia col mare. Ci si guarda in giro, una panoramica di bellezza di 180 gradi, ripetuta più volte. E poi è ora. Un gioco di sguardi e si riparte: ascoltando gli ultimi giri di vento, lo squarcio nel cielo. E il temporale che vuole irrompere nel silenzio dell'anima.  


Colonna sonora: Simon & Garfunkel, The sound of silence



 










    

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