giovedì 23 gennaio 2014

Puglia, Altamura in nome delle origini

19 gennaio 2014
Gentile redazione di Terre Nomadi,
in queste pagine virtuali leggiamo tantissimi reportage sull'Abruzzo. Come mai gli articoli sulla Puglia scarseggiano, nonostante l'ideatrice del blog sia di Altamura, una bella città della provincia barese? Non bisogna mai rinnegare le proprie origini.
G. C.

di Anna Maria Colonna
annamaria9683@libero.it

Altamura (Ba), Cattedrale
© Ivano D'Ortenzio
Ho incontrato per la prima volta Altamura all’età di tre anni. Ricordi sfumati dal tempo trascorso. Quando si è piccoli, tutto assume la parvenza di una meravigliosa avventura. Non potevo immaginare che sarebbe diventata la mia città. Ed, invece, strade, piazze, edifici e monumenti fanno ormai parte di una quotidianità da cui risulterebbe difficile separarmi definitivamente. Spesso il lavoro costringe a portare la valigia altrove. Nei mie bagagli, Altamura non manca mai.

Altamura (Ba), centro storico © Anna Maria Colonna
Corso Federico II di Svevia ha un aspetto diverso a seconda delle stagioni. In estate, il silenzio imbevuto di sole si tinge delle voci e degli scatti fotografici dei visitatori. Soprattutto nelle prime ore del pomeriggio, quando la Cattedrale sembra addormentarsi fra le braccia di piazza Duomo. In inverno, la pioggia lava quel cuore di pietra senza cancellare i segni del passato. Ed il vento entra in punta di piedi da Porta Matera per danzare al ritmo della libertà nelle principali piazze del centro storico. 

Ci sono angoli di Altamura che continuano a suscitare involontarie emozioni perché legati a particolari ricordi. Le passeggiate lungo viale Martiri e la sosta obbligata presso la cosiddetta Rotonda. Piazza Stazione, luogo di ritrovo per tanti giovani e punto di incontro degli studenti pendolari. I claustri, labirinti da esplorare durante l’età dei giochi, quando ci si accontenta di poco per sorridere. Il verde di Piazza Zanardelli, sfondo di interminabili chiacchierate adolescenziali. La scalinata del liceo classico Cagnazzi, testimone di gioie e dolori scolastici. L’Archivio biblioteca museo civico, fonte di nuove amicizie e compagno di viaggio negli anni universitari. E il profumo di caldarroste che ancora avvolge l’aria autunnale, mentre i vetri appannati delle finestre richiamano odori e sapori d’altri tempi. I silenzi di pietra della Murgia all’imbrunire.

Altamura (Ba), impronta di dinosauro a cava Pontrelli
© Anna Maria Colonna
La città è storia dell’uomo che l’ha vissuta. Di ogni uomo. Può destare meraviglia anche quando si pensa di conoscerla a fondo. Non è mai troppo, soprattutto se bisogna barattarla per qualche tempo con una città d’adozione. Sono questi i momenti più preziosi perché parlano di nostalgie e di legami solidi con la propria terra. E non è mai troppo tardi per scoprire aspetti ignoti, inesplorati o semplicemente trascurati. Dalla conoscenza scaturiscono amore e rispetto.

La storia di ciascun paese è l’insieme di tante esperienze che si avvicendano. Il ritmo frenetico della quotidianità impedisce di notare particolari che vanno oltre la superficie. Eppure basta poco per innamorarsi nuovamente di Altamura. È necessario tornare ad incontrarla ogni giorno agli angoli delle strade e nei volti degli anziani, tesori più preziosi dell’oro stesso. Sono i custodi di tradizioni destinate, altrimenti, a scomparire. Sguardi attenti possono far rivivere dettagli dimenticati. Non resta che munirsi di una buona dose di entusiasmo e di curiosità. Il resto viene da sé.

Altamura - video dell'associazione Enjoy Altamura


 Propongo un articolo scritto per La Gazzetta del Mezzogiorno e pubblicato il 31 luglio 2013.

Altamura (Ba), centro storico © Anna Maria Colonna
Il centro storico è chiazzato di luce. Vecchie pietre fanno ombra agli squarci di cielo che si affacciano tra i vicoli. E i claustri fioriscono al tocco della fantasia cittadina, che ha addobbato le tipiche piazzette altamurane di piante colorate. Al posto delle sedie che di sera riunivano intere famiglie, ora ci sono vasi e installazioni. Ma il profumo di pane riporta i passi indietro, insieme alla voce degli abitanti, nastro di memorie dei luoghi vissuti. Il passato riprende vita, mentre il volo dei falchi grillai taglia lo sfondo lungo di corso Federico II di Svevia. 

Si presenta così, in estate, il cuore antico di Altamura. Un volto segnato dalle rughe, ma sempre giovane agli occhi di chi lo conosce. Un volto da scrutare con attenzione, cartina alla mano, agli occhi di chi lo scopre per la prima volta. Ogni angolo può offrire qualcosa di nuovo. Palazzi storici e chiese minori. Piazze e stradine labirintiche. Cambiano le prospettive e cambia la luce. Intensa su piazza Castello e su piazza Duomo, centro pulsante della movida cittadina, con l’imponente Cattedrale federiciana che si staglia sullo sfondo. Meno decisa nelle viuzze, che ospitano una manciata di bed and breakfast e di trattorie. 

Altamura (Ba), pane © Anna Maria Colonna
Nel gioco ad incastro dei vicoli, forni centenari e panifici sistemano sui banconi souvenir da assaggiare. Accanto ai taralli e alla tipica focaccia alla «chianca», non manca mai il pane, «cappello d'oro» della Murgia, famoso in tutto il mondo e ricercato dai turisti che passano dalla città. Atmosfere al sapore di grano. Conosciuto come «u sckuanète» per la sua forma «accavallata» e alta - o a «cappidde de prèvete», a «cappello di prete», per quella più bassa - il pane di Altamura è fatto di rimacinato di semola di grano duro locale. Dal 2003 si fregia del marchio Dop, che lo tutela dalle imitazioni. Non solamente prodotto da forno. Qualcuno lo ha trasformato in cioccolatino, qualcun altro in gnocchetti o in portachiavi. Fritto, resta il sapore principale di un piatto di orecchiette alle cime di rapa. Genuinità del ricettario della nonna.


Altamura (Ba), Pulo © Anna Maria Colonna
Pochi chilometri e Altamura mostra il lato verde della medaglia, quello preferito dagli amanti della natura. Quando la luce del giorno cala senza spegnersi, il Pulo, nel cuore del Parco nazionale dell’Alta Murgia, si lascia avvolgere dal silenzio solitario delle contrade di campagna. La dolina carsica, scavata in profondità nella roccia calcarea, è puntellata di grotte e coperta di vegetazione. Ogni primavera offre lo spettacolo inedito delle orchidee selvatiche. Contrasto di colori con il bianco sporco dei muretti a secco. Sulla strada provinciale 157 per Quasano, il centro visite «Uomo di Altamura» fa da ingresso virtuale alla grotta di Lamalunga, un inghiottitoio carsico che custodisce lo scheletro integro di Ciccillo, il cacciatore neandertaliano scoperto nel 1993. 















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