lunedì 13 gennaio 2014

Puglia, nella Murgia la mano dell’uomo sul volto della natura

di Anna Maria Colonna
annamaria9683@libero.it

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Murgia
© Anna Maria Colonna
I colori estivi della Murgia invadono lo schermo del computer, mentre gli occhi si bagnano del mare di Vasto. Avezzano-Pescara-Bari, un intero pomeriggio corre sui binari che stringono la mano a Puglia e Abruzzo. Anticipo l'arrivo a destinazione sbirciando tra le fotografie scattate ad agosto, in mezzo al biancospino, al caprifoglio e al prugnolo.

Manciate di scogli infreddoliti dall'acqua gelida mi fanno pensare ai muretti a secco, blocchi di pietra grezza incastrati uno sull'altro per delimitare le proprietà private. Il passato non perde la voce nemmeno in inverno.

Murgia
© Anna Maria Colonna
La panchina solitaria tace da anni, guardando la natura imbevuta di sole. A pochi giorni da Natale, il mare riflesso sul finestrino riporta il ricordo alla bella stagione, alle staccionate di legno rinsecchite dal caldo torrido, al canto incessante delle cicale, ai fiori murgiani, che sfoggiano i loro abiti da cerimonia. Il profumo di timo e di mentuccia sembra prendere posto nel vagone. Viaggia in quella sensazione sottile che conduce nei luoghi dai sapori familiari e casalinghi, con il biglietto garantito dall'immaginazione.



Murgia, Pulo
© Anna Maria Colonna
E la mente va, ancora una volta, al mare. Rimbalza continuamente tra terra e acqua, tra le onde e la scilla marittima, il cipollone dalle foglie robuste nascosto dietro le rocce calcaree del Parco nazionale dell'Alta Murgia. E dimentico di essere in treno. Mi siedo, per un attimo, all'ombra di una roverella, l'unica quercia che ingiallisce in autunno, perdendo le foglie in primavera. Batuffoli di verde solleticano le curve del Pulo, la più grande dolina carsica della Murgia, in territorio di Altamura (Ba). Il cratere dal diametro di oltre 500 metri, bucherellato da anfratti e grotte, sembra raccontare la storia millenaria di queste contrade. Non hanno la loquacità delle onde, ma gareggiano, in bellezza, con il mare. Parlano il silenzio solitario del tempo, nello spiraglio di libertà del tramonto collinare.

Murgia, la mano dell'uomo
© Anna Maria Colonna
Una cavalletta si mimetizza con i rami delle ferule per sfuggire alle ferite dell'uomo. Spietato, ha spietrato l'ambiente per far posto a bottiglie di vetro, piatti in plastica, confezioni di preservativi. In alcuni punti del parco, pneumatici e lamelle di amianto mangiano la vegetazione. È un uomo che uccide la bellezza, non rispettando, prima di tutto, se stesso. Ma i fiori continuano a nascere.




Colonna sonora: Tracy Chapman, Change



Murgia, Pulo
© Anna Maria Colonna
Murgia
© Anna Maria Colonna
Murgia, vegetazione spontanea
© Anna Maria Colonna
Murgia, la mano dell'uomo
© Anna Maria Colonna
Murgia
© Anna Maria Colonna
Murgia
© Anna Maria Colonna

Murgia, Pulo
© Anna Maria Colonna

Murgia, la mano dell'uomo
© Anna Maria Colonna

Murgia, fauna tra la flora
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Murgia, flora
© Anna Maria Colonna
Murgia, la mano dell'uomo
© Anna Maria Colonna
Murgia, flora
© Anna Maria Colonna
Murgia
© Anna Maria Colonna

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