lunedì 3 febbraio 2014

Da Ovindoli a Celano, il castello che racconta il Fucino

di Anna Maria Colonna
annamaria9683@libero.it

Celano, croce azzurra nel buio
© Anna Maria Colonna
Una croce azzurra galleggia nell'aria buia, in mezzo alle stelle. Resto incollata alla finestra per capire su quale vetta invisibile del Sirente-Velino abbia trovato casa. È il mistero delle montagne che scompaiono nel buio, dove vive il silenzio dei sogni.

Dal castello, il paesaggio appare pungolato da luci assonnate. Il vento sembra riportare nel presente folate di passato. Anche il calpestio dei visitatori ammutolisce il tappeto di erba che circonda la fortezza, nel cuore di Celano (Aq). Intorno, la piana del Fucino saluta il giorno che muore.

Ovindoli © Anna Maria Colonna



L'avevo notato lungo la strada per la bianca Ovindoli, milletrecento abitanti corteggiati dai monti Faito e Magnola. Alto sul colle di San Flaviano, il castello Piccolomini guarda la valle marsicana dal 1392, data in cui fu fatto erigere da Pietro Berardi, conte di Celano. 

Pietro non riuscì a portare a termine l'opera. Le torri quadrangolari agli angoli e il primo piano dovettero attendere il 1451 per essere completati. Fu, questo, l'anno in cui Jacovella Ruggeri di Celano, nipote del Conte, sposò Lionello Acclozamora, duca di Bari, che proseguì i lavori.

Celano, castello © Anna Maria Colonna

Nel 1463, Antonio Todeschini Piccolomini, nipote di papa Pio II, ebbe la Contea di Celano da Ferdinando d'Aragona. Egli trasformò il castello in palazzo residenziale fortificato, dotandolo, oltre che di numerosi elementi decorativi, anche di due torri cilindriche.

La storia di questa fortezza medievale è la storia del territorio su cui continua a vigilare. Passata di potere in potere, di mano in mano, stratificazione su stratificazione, ha ceduto sotto i colpi del terremoto del 1915. Il sisma danneggiò fortemente l'edificio, restaurato tra il 1940 e il 1960. 

Celano, nel castello © Anna Maria Colonna

A pochi chilometri dalle Gole di Celano - canyon dell'Appennino centrale scavato per quattro chilometri dal torrente Foce - e dalle bellezze naturalistiche del parco regionale del Sirente-Velino, il castello ospita attualmente il museo della Marsica, con le sezioni di arte sacra e archeologica. Quest'ultima comprende i materiali rinvenuti durante gli interventi di prosciugamento del lago Fucino, portati avanti dal principe Alessandro Torlonia dal 1855 al 1876.

La penna lascia parlare il paesaggio, pari in bellezza ad ogni scenario italiano che io abbia mai visto. Il suo effetto è accresciuto considerevolmente dalla vista di Celano ed dell'imponente castello che, come da consueto, fa da corona all'altura su cui si erge, con l'intera distesa delle acque che si stendono sullo sfondo e la fantastica cintura di montagne che lo chiudono (Keppel Richard Craven, viaggiatore inglese, 1779-1851).

Colonna sonora: Enya, Fairytale 



Celano, nel castello © Anna Maria Colonna
Celano, nel castello © Anna Maria Colonna
Celano, nel castello © Anna Maria Colonna
Celano, castello, museo archeologico della Marsica © Anna Maria Colonna


Celano, castello, museo archeologico della Marsica © Anna Maria Colonna
Celano, castello, museo archeologico della Marsica © Anna Maria Colonna
Celano, nel castello © Anna Maria Colonna
Celano, castello, museo di arte sacra della Marsica © Anna Maria Colonna
Celano, dal castello © Anna Maria Colonna
Celano, castello © Anna Maria Colonna
Ovindoli © Anna Maria Colonna
















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