giovedì 20 marzo 2014

«Non cercate di capire»

di Miriam Pallotta
miriam_pallotta@libero.it

Fotografie di Miriam Pallotta

Roma. «Romeo e Giulietta - Ama e cambia il mondo» è diventato un vero e proprio fenomeno, che continua a coinvolgere tutta l’Italia. Gente di ogni età accorre da diversi paesi per assistere allo spettacolo.
«Questa è la settima volta che lo vedo», afferma, soddisfatto, un signore seduto tra le prime file del Gran Teatro di Roma.



L’emozione è palpabile. Sono le 13 e mancano più di due ore all’inizio dello spettacolo, ma i fan sembrano già tutti pronti ad accogliere i loro beniamini. Un gruppo di ragazze guarda ogni singola macchina che arriva nel parcheggio, nella speranza che dietro quei finestrini si celi il volto di uno dei protagonisti. Dopo la lunga attesa, le loro preghiere vengono esaudite. Ed ecco che arrivano, con un sorriso raggiante, Silvia Querci (la nutrice), Barbara Cola (Lady Capuleti), Roberta Faccani (Lady Montecchi) e, accolti da una grande folla, Vittorio Matteucci (Conte Capuleti) con Giulia Luzi  (Giulietta).

Tutti si fermano per scattare foto e firmare autografi. Pian piano iniziano ad arrivare anche i ballerini, che vengono accolti con calore. L’orologio segna le 15 e, finalmente, le porte del Gran Teatro si aprono al pubblico. Le poltrone rosse sono lì, pronte ad ospitare grandi e piccini.



Le luci si spengono. Tra la folla, iniziano a camminare dei frati completamente incappucciati. Sul palco, un enorme libro con su scritto «Romeo e Giulietta».


Come disegnata in quello stesso momento, davanti ai nostri occhi si delinea la città di Verona. «Nel cuore di Verona, teatro della storia, la ruggine di un olio di cui non si ha memoria corrode senza pace». Due nobili casate: Montecchi da una parte, dall’altra Capuleti. Dai due fatali lombi sbocciano due fiori. Ragazzi che, alle grida, oppongono sospiri. Segnati dalle stelle, andranno fino in fondo, lasciando scritto in terra «Ama e cambia il mondo».
Lo spettacolo ha inizio. È impossibile non rimanere incantati dalla scenografia, che muta come per magia, dai meravigliosi costumi e dalle spettacolari coreografie. È una vera e propria gioia per gli occhi. Il pubblico diventa parte integrante dello spettacolo. Canta, ride e si dispera con i personaggi. Sono rimasta senza parole nel vedere tutta la platea battere le mani a ritmo e ballare la canzone «I Re del mondo». Mai vista una partecipazione così appassionata da parte del pubblico. Il musical è un continuo crescendo e si contano tante canzoni che fanno venire la pelle d’oca.

Come  non commuoversi alla morte di Mercuzio o alle note di «Avere te», cantata da Vittorio Matteucci a Giulietta? Il dolore di un padre che deve lasciare andare via la sua bambina, ormai donna. «Avere te, bambina mia, un’altra me è già poesia […] sei frutto dei vent’anni miei, maledirò gli amanti tuoi».
Il canto disperato di Lady Montecchi e di Giulietta alla notizia dell’esilio di Romeo. La tragica morte di Romeo e le ultime parole di Giulietta prima di suicidarsi: «Non cercate di capire. Non chiedeteci di più. L’amore ci ha bruciati vivi, ma restate al freddo voi quaggiù. Io muoio per lui, io muoio d’amore».
Fino ad arrivare alla pace tra le due famiglie, rappresentate, durante tutto lo spettacolo, con due colori diversi, per mettere in evidenza la contrapposizione e l’odio: rosso per i Capuleti e blu per i Montecchi. Sarà proprio la morte dei due giovani innamorati a dissolvere l’odio. Con l’ultima canzone, tutti sono vestiti di bianco, segno che la contesa è finita. Le due madri si abbracciano, unite dal dolore per la perdita dei loro figli. «Questa mattina è foriera di una pace che rattrista. Il sole, per il dolore, non mostrerà la sua faccia. Alcuni saranno perdonati. Altri puniti. Poiché non ci fu mai storia più pietosa di questa, di Giulietta e del suo Romeo».

Uno spettacolo da vedere dal vivo. Emblema dell’emozione. Viaggio indimenticabile nel tempo e nell’amore.

Curiosità
Adattamento italiano dal francese «Roméo e Juliette, de la haine à l’amour» di Gérard Presgurvic, con la regia di Giuliano Peparini. Testi italiani di Vincenzo Incenzo, produttore David Zard, che ha investito in questo progetto circa 5 milioni di euro. Il cast conta 45 artisti sul palco, oltre 30 ballerini e acrobati, 200 costumi disegnati da Frederic Oliver, una grande equipe tecnica - per gestire l’allestimento scenico, di circa 500 metri quadrati - che interagisce con i personaggi, muovendosi attorno ad essi. 




















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