lunedì 19 maggio 2014

Gole di San Venanzio, il canto del fiume Aterno

di Anna Maria Colonna
annamaria9683@libero.it

Gole di San Venanzio
© Anna Maria Colonna
Mi ritrovo fra il verde respiro delle montagne d’Abruzzo. Sotto un cielo uguale, eppure così diverso. Ci sono luoghi in cui ti senti subito a casa. Non esistono perché. È un inspiegabile gioco di emozioni e sensazioni. Il sole inonda Sulmona, cullata da vette ancora imbiancate. Dalla Puglia all’Abruzzo prima dell’alba. Quando il mondo ancora dorme. Sono esperienze che ti costringono ad avere la valigia sempre pronta. Ad essere viaggiatore in cerca di soste che durano pochi mesi. Fatali per innamorarsi di una terra. I pensieri sono ancora confusi e stanchi per il lungo il tragitto. Qualcuno mi consiglia di andare a visitare la riserva naturale regionale Gole di San Venanzio, a pochi chilometri dalla patria di Ovidio. Basta arrivare nel piccolo Comune di Raiano (Aq), appartenente alla Comunità montana Peligna, per trovare la segnaletica relativa all’eremo di San Venanzio. Lungo la strada, tutta curve e circondata da monti imponenti, si sente la voce del fiume Aterno, che ha scavato le strette gole fra le vette Mentino e Urano. Nel paesaggio circostante, una vivace esplosione di colori e suoni primaverili.

Gole di San Venanzio, flora © Anna Maria Colonna
La riserva naturale Gole di San Venanzio, ricadente nel territorio del Comune di Raiano, è un’area protetta che si estende per oltre mille ettari fra il Parco nazionale della Majella e quello regionale Sirente Velino. L’Aterno a tratti fa a pugni con le rocce, scorrendo impetuoso fra rivoli di terra bagnata. Gli alberi giocano a nascondino con l’acqua, dipingendo la natura di chiaroscuri. Un bruco giallo e azzurro passeggia sulla staccionata, ignaro del volo che spiccherà quando sarà farfalla. In posti simili tutti i pensieri diventano leggeri. Le lunghe scalinate conducono fino alla riva del fiume, dove acqua e terra si confondono.

Gole di San Venanzio
© Anna Maria Colonna


L’eremo di San Venanzio, sulla sponda destra dell’Aterno, è sosta obbligata per i viandanti. La sua fase di costruzione più antica risale al XV secolo. Segno di una presenza umana che ha percorso i secoli, cede il posto alla fertile pianura alluvionale e a spicchi soleggiati della Conca di Sulmona. Questa parte orientale della riserva è conosciuta come giardino di Raiano. Ospita anche un vecchio mulino ad acqua, testimonianza delle attività agricole che vi si svolgevano.


Gole di San Venanzio, fauna © Anna Maria Colonna
Qui il tempo scorre rapido. Inarrestabile. Un’ora equivale a cinque minuti. Il paesaggio è incorniciato dal sole, mentre in lontananza, ad altezze che sfiorano il cielo, si intravede ancora la neve. L’aspetto selvaggio del luogo, incastonato fra pareti rocciose a strapiombo sul fiume, contribuisce a rendere l’atmosfera incantata ed incantevole. Passato e presente, storia e natura, acqua e terra si intrecciano. E lasciano nel viaggiatore di passaggio il desiderio di tornare. Di scoprire. 










Colonna sonora: Elisa, Rock your soul


Fiume Aterno
© Anna Maria Colonna
Gole di San Venanzio © Anna Maria Colonna

Gole di San Venanzio, flora © Anna Maria Colonna
Gole di San Venanzio© Anna Maria Colonna


Gole di San Venanzio © Anna Maria Colonna

Gole di San Venanzio © Anna Maria Colonna
Gole di San Venanzio © Anna Maria Colonna
Gole di San Venanzio © Anna Maria Colonna

Gole di San Venanzio © Anna Maria Colonna














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