lunedì 3 novembre 2014

Metaponto, i silenzi del parco archeologico

di Anna Maria Colonna
terrenomadi@gmail.com

Una città conosciuta per il suo mare, ma che custodisce anche antichi e preziosi segreti. Viaggio attraverso le tracce di una polis greca. Insolita fusione di natura e storia. 

Che siano lontani o vicini, non importa. Li scopri e ti chiedi: «Dov’erano fino a un attimo fa?». L’errore sta nell’interrogativo. Perché la risposta è sepolta dal silenzio del tempo. Immobile sulle immobili pietre che l’hanno visto trascorrere. Semmai occorre domandarsi: «Dov’ero fino a un attimo fa?». Sono quei luoghi che ci sfiorano senza urlare la loro presenza. Incantevoli, ma messi in ombra da mete turistiche più appetitose e affollate.


Metaponto, spiaggia © Anna Maria Colonna
Il sole saluta la giornata. Tre quarti d’ora di macchina mi separano da Metaponto (Mt), uno dei luoghi di mare meno distanti da Altamura (Ba). All’arrivo della bella stagione, i pugliesi che abitano dalle mie parti sono soliti recarsi qui durante i fine settimana. La spiaggia, oggi, è quasi deserta. Il vialetto che conduce al mare è costellato di margherite gialle. I colori dei fiori contrastano con le sfumature chiare della sabbia. Il mare appare maestoso e immenso. È l’effetto che provoca quando lo rivedi dopo un anno. Mi godo la tranquillità di quest’isola felice, lontana dai rumori dei centri urbani e vicina al flebile bisbiglio della natura.


Metaponto, parco archeologico © Anna Maria Colonna

I colori del tramonto accompagnano il mio rientro. Che ritarderà, perché la giornata riserva ancora delle belle sorprese. Parco archeologico... ne avevo sentito parlare, ma senza farci mai troppo caso. La curiosità mi spinge a seguire le indicazioni stradali che conducono agli scavi dell’antica città greca di Metaponto. L’area si trova alle spalle del museo archeologico nazionale. Non è difficile arrivarci.



Metaponto, teatro © Anna Maria Colonna
Stupore e meraviglia. Sono le due sensazioni che provo davanti a questa immensa distesa verde. Intravedo l’agorà, termine con il quale, nell’antica Grecia, si indicava la piazza cittadina. Riesco a distinguere anche l’imponente teatro, risalente al IV secolo a. C. Leggo sul pannello esplicativo che l’edificio ospitava  la massima assemblea cittadina (ekklesìa), ma anche gare e spettacoli molto apprezzati dal popolo. L’attuale impianto urbano è databile al VI secolo a. C., anche se l’organizzazione degli edifici fa pensare a una datazione anteriore.


Passeggiare fra i resti di un’antica città provoca una strana emozione. Il sibilo del vento è interrotto, a tratti, dal gracchiare di una rana. Il tempo sembra fermarsi, in questo posto. Immagino le persone che secoli e secoli fa vivevano proprio qui. In un istante, il presente sembra congiungersi con il passato. 
 
Metaponto, resti del tempio di Hera © Anna Maria Colonna

Mi ritrovo a camminare fra le tracce del santuario, nel recinto sacro, accanto a quel che rimane dei templi dedicati ad Heraion e ad Apollonion, in stile dorico e realizzati intorno alla metà del VI secolo a. C. Di fronte a me, i resti delle otto colonne del tempio di Hera. 

E non mi accorgo di essere qui da circa due ore. A ricordarmelo, i colori del cielo, ormai non più chiari. 








Colonna sonora: Norah Jones, Sunrise


Metaponto, particolare dell’agorà © Anna Maria Colonna
Metaponto, teatro © Anna Maria Colonna
Metaponto, scavi archeologici © Anna Maria Colonna
Metaponto, agorà e teatro © Anna Maria Colonna
Metaponto, tempio ionico (480 - 470 a. C.) © Anna Maria Colonna
Metaponto, tempio ionico (480 - 470 a. C.) © Anna Maria Colonna
Metaponto, particolare dell’agorà © Anna Maria Colonna
Metaponto, spiaggetta © Anna Maria Colonna









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