lunedì 30 giugno 2014

CucinaMondo: Austria, prosciutto cotto alla Metternich

Che cosa serve 
4 fette di prosciutto cotto da 1/2 cm
4 uova
una noce di burro
1/2 bicchiere di acqua
1/2 bicchiere di marsala
sale quanto basta
pepe quanto basta



Come si fa
1. In una larga teglia, fate sciogliere una noce di burro, aggiungete l'acqua e il marsala e lasciate bollire per un quarto d'ora.

2. Adagiate in questo sugo le fette di prosciutto e continuate la cottura a fuoco moderatissimo per altri 10 minuti.

3. Aprite un uovo su ogni fetta di prosciutto, facendo attenzione a non far rompere il tuorlo, salando e pepando. Lasciate cuocere.

4. Servite subito ben caldo.

giovedì 26 giugno 2014

Corpi di Gloria

Intervista all'autrice, Giuliana Altamura
 
terrenomadi@gmail.com

Il romanzo nasce dalla volontà di raccontare un Sud diverso, una terra paralizzata da un sole splendido e atroce allo stesso tempo, in cui tutto resta immobile.

Giuliana Altamura
Il silenzio della canicola scioglie l'inchiostro tra i pensieri di Andrea e Gloria. Fratello e sorella, entrambi ventenni, cercano strade su strade diverse. Lui studia a Los Angeles, lei sta terminando il liceo in Puglia, dove i due ragazzi si rivedono per trascorrere insieme le vacanze estive. È il momento della consapevolezza, perché il sole brucia, non solo sui corpi. Non solo sui volti...

Giuliana Altamura, 30 anni, ha una penna schietta e misteriosa, consapevole e diretta, capace di mostrare i sogni, le ombre e le fragilità dell'adolescenza, protagonista del suo romanzo Corpi di Gloria. Specchio in cui si riflettono le storie dei protagonisti è la Puglia imbevuta di luce, che brucia e boccheggia in un'apparente immobilità. Tutto appare fermo, eppure tutto cambia.

Terre Nomadi ha intervistato la giovane scrittrice barese.

Giuliana, il tuo primo «incontro» con la scrittura?

Difficile ricordare il primo. Sin dalle elementari scrivevo racconti e poesie. Poi, verso i tredici anni, ho buttato giù il mio primo tentativo di romanzo. Ho sempre amato scrivere, è un’inclinazione naturale che ho semplicemente assecondato e nutrito con la lettura e gli stimoli che venivano dallo studio di altre discipline artistiche, come la musica e il teatro.

Teatro, letteratura e musica hanno avuto un ruolo fondamentale nella tua formazione...

A diciott’anni mi sono trasferita a Milano, dove ho conseguito la laurea in lettere moderne e una specializzazione in filologia. Nel frattempo mi sono anche diplomata in violino al conservatorio. Ho fatto un master in sceneggiatura e un dottorato di ricerca in storia del teatro francese all’Università di Torino.

Che cosa è per te la scrittura?
  
Per me scrivere è qualcosa di fisiologico, ha a che fare con una necessità primaria, quella di mettere ordine tramite la parola a ciò che mi circonda, comprenderlo, lasciare che i significati possano emergere e venire alla luce.

Quando scrivi?

Sono molto, molto mattiniera, ai limiti dell’insonnia. Preferisco scrivere all’alba, nel silenzio più assoluto.
  
Come nasce Corpi di Gloria?


Il romanzo nasce dalla volontà di raccontare un Sud diverso, una terra paralizzata da un sole splendido e atroce allo stesso tempo, in cui tutto resta immobile. In Corpi di Gloria questo Sud diventa metafora dell’adolescenza, di quell’estate eterna della nostra vita in cui sembra che nulla cambi e, allo stesso tempo, che tutto possa ancora succedere.
  
...è un romanzo d'esordio scritto «tutto d'un fiato» o ha avuto una gestazione lunga e difficile?

La gestazione lunga e difficile c’è stata, ma ha riguardato il percorso di vita e scrittura che poi mi ha portato a scrivere questo romanzo tutto d’un fiato. 

Hai scelto il Sud come ambientazione e, in particolare, la Puglia. Perché?

Sicuramente per ragioni biografiche. Sono luoghi che conosco bene e parte del vissuto emotivo dei miei personaggi, soprattutto quel sentimento ambivalente che li lega alla terra di origine, si avvicina molto al mio.
  
Nel tuo romanzo si parla anche di viaggi, di partenze, di andate e ritorni...

Sì, il fratello di Gloria, Andrea, va a studiare negli Stati Uniti e rientra nel villaggio di Riva Marina per le vacanze estive, dopo un anno di lontananza. Parte pieno di rabbia, ma torna per poter guardare in faccia il dolore, per riuscire ad accettarlo, per andare di nuovo incontro alla sua vita. Ogni partenza da Riva Marina è simbolicamente legata alla crescita, in quanto abbandono del limbo adolescenziale e dell’infanzia che invece Gloria vorrebbe eternare.
  
Il personaggio a cui sei più affezionata?

Forse proprio Andrea. Trovo coraggioso il suo percorso. Mi riferisco anche alla capacità di accettazione che acquisisce alla fine del racconto.
  
C'è, dunque, qualcosa di autobiografico in ciò che racconti?

Condivido con i miei personaggi buona parte del loro vissuto emotivo. Da questo punto di vista c’è molto della mia storia, ma non per quanto riguarda gli avvenimenti del romanzo in senso stretto.


Perché il titolo Corpi di Gloria?

È un titolo che, giocando con il nome proprio Gloria, rimanda alla dimensione del corpo, centrale nel romanzo. E rimanda anche al «corpo di gloria» alchemico, ossia all’esito del processo di trasformazione che porta la materia a liberare lo spirito che la compenetra, metafora del percorso di metamorfosi per eccellenza che è l’adolescenza.


Quando, secondo te, uno scrittore si può definire veramente tale?

Quando possiede una visione talmente potente e una parola talmente capace e personale da riuscire a dire al mondo qualcosa del mondo che era rimasto inespresso.

La scrittura del romanzo ha cambiato qualcosa in te?

Sicuramente. La scrittura è un processo simile a quello che la mente compie sognando. Assimiliamo, combiniamo, scombiniamo, ricreiamo in altre forme per un bisogno fisico che ci fa risvegliare. Meglio o peggio di prima, non importa, ma sempre un po’ più vicini a noi stessi.


giovedì 19 giugno 2014

Carsoli, piccola gemma d'Abruzzo

di Anna Maria Colonna 
terrenomadi@gmail.com

Carsoli (Aq)
© Anna Maria Colonna
I colori del mondo fuggono insieme a questo treno in corsa. I campi di grano sono imbevuti del tiepido sole di giugno. Fra macchie di nuvole verdi, le pale eoliche danzano al ritmo volubile del vento. 

Mi immergo nei ricordi. Li rivivo. Le voci fanno da colonna sonora al tragitto, lungo sette ore. Lo scorrere dei nove vagoni sulle rotaie è un ritornello che, all’arrivo, conoscerò a memoria. Il cielo appare limpido, solo qualche batuffolo di ovatta accarezza la luce di questa giornata primaverile. La stazione di Bari è semideserta. Eppure, di domenica mattina, il mondo non si ferma del tutto. C’è qualcuno che percorrerà tratti di strada per un’ora, per una settimana. Forse per sempre.


Mi lascio avvolgere dal groviglio di pensieri che nascono quando si guarda al di là di un finestrino. I paesaggi mutano. Dalle colline alle montagne. Dall’entroterra alla costa. Spiagge e porti sbucano, curiosi, su tavole d’acqua. Il mare è calmo, la linea dell’orizzonte quasi invisibile. Il treno si riempie ad ogni fermata. Foggia. Termoli. Pescara. Le ore passano veloci. Non per tutti. C’è qualcuno che osserva, impaziente, l’orologio. Ha fretta di arrivare a destinazione. Per me il viaggio rappresenta una sorta di sosta. Una sosta in movimento. La vita, fuori da questo treno, continua a scorrere mentre tu sei fermo e la osservi. Socchiudo gli occhi e respiro a pieni polmoni. Viaggiare mi fa sentire libera.


Pescara. C’è un continuo viavai. È mattina inoltrata, il treno per Carsoli (Aq) arriverà fra due ore. Così comincio a scrivere. Le stazioni sono contenitori di storie, ognuno porta con sé il suo pezzo di mondo. Quando si viaggia, capita spesso di incrociare parole dette in lingue differenti dalla propria. Gli occhi sono sempre gli stessi. Quelli dell’uomo moderno che, per un motivo o per un altro, ha bisogno di spostarsi.



Carsoli (Aq) © Anna Maria Colonna
Chieti. Sulmona. Goriano Sicoli. Avezzano. Tagliacozzo. Carsoli. Scendo dal treno nel primo pomeriggio per ritrovarmi in una culla di verdi montagne circondata da borghi fortificati. Roma dista da qui poco meno di un’ora. Sistemo i bagagli. La curiosità di visitare il paese, che conta circa cinquemila abitanti, è forte. Così chiedo informazioni e parto alla scoperta di questo angolo nascosto d’Abruzzo, sorto alle pendici di colle Sant’Angelo.



Lago Turano © Anna Maria Colonna
Carsoli si può percorrere interamente a piedi. Il fiume Turano attraversa il suo centro per poi sfociare nell’omonimo lago, diviso fra Abruzzo e Lazio. Il mormorio dell’acqua è inconfondibile, soprattutto quando piove. Una piacevole colonna sonora che accompagna le passeggiate dei cittadini, accoglienti e sempre disponibili.



Accanto a piazza della Libertà, su cui si affacciano il Municipio e la chiesa dedicata alla Madonna del Carmine, c’è una villa in cui i carsolani trascorrono il loro tempo libero. In questo periodo i batuffoli bianchi dei pioppi, simili a neve, coprono gli angoli verdi del paese. Per raggiungere il centro storico imbocco alcune stradine in salita. Ma prima m’imbatto in piazza Corradino, che ospita la chiesa di Santa Vittoria (XVI secolo). La stessa piazza fu distrutta, come altri edifici cittadini, dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.


Carsoli (Aq), castello medievale © Anna Maria Colonna
Il cuore del paese ha un profumo d’altri tempi. Il panorama, da quassù, lascia senza fiato. Le antiche case abbracciano i ruderi del castello medievale. Un abitante del posto mi dice che fu costruito dal conte dei marsi Rainaldo tra la fine del X e l’inizio dell’XI secolo. Di quest’antica fortificazione rimangono il torrione e mura coperte da una rigogliosa vegetazione.



Appena fuori dal centro del paese, sulla strada statale Tiburtina Valeria, c’è la chiesa di Santa Maria in Cellis, sorta fra il IX ed il X secolo per volere dei monaci camaldolesi di San Romualdo.

Carsoli (Aq) © Anna Maria Colonna

Colonna sonora: Tiromancino, I giorni migliori

Sono appena arrivata a Carsoli e già mi sento a casa. Sicuramente una miriade di altri piccoli e grandi tesori attendono di essere visitati. Ma è solo l’inizio di un lungo viaggio. Il ricordo di un viaggio che fu.
Carsoli (Aq), batuffoli di pioppo © Anna Maria Colonna
Carsoli (Aq) © Anna Maria Colonna
Carsoli (Aq), nel centro storico © Anna Maria Colonna
Carsoli (Aq), particolari del centro storico © Anna Maria Colonna
Carsoli (Aq), Santa Maria in Cellis © Anna Maria Colonna
Carsoli (Aq), chiesa del Carmine © Anna Maria Colonna
Carsoli (Aq), chiesa di Santa Vittoria © Anna Maria Colonna

Carsoli (Aq), sulla strada per il centro storico © Anna Maria Colonna
Carsoli (Aq), piazza della Libertà © Anna Maria Colonna
Carsoli (Aq), villetta © Anna Maria Colonna



















domenica 15 giugno 2014

CucinaMondo: Hawai, fettine alla hawaiana


Che cosa serve (per 8 persone)
8 fettine lonza di maiale
3 cipollotti piccoli
4 fette ananas (preferibilmente fresco)
20 g di mandorle affettate
20 g di olio extravergine d'oliva
sale
pepe nero
peperoncino macinato
1/2 cucchiaio di salsa worcester (o salsa di soia)

Come si fa
1. Sbucciate accuratamente l'ananas, tagliatelo a fette ed eliminate la parte centrale più dura. Dividete la polpa in spicchi. Mondate i cipollotti eliminando le radichette e la parte verde. Tagliateli in sei parti.

2. Scaldate l'olio in una padella e fate soffriggere i cipollotti a fuoco medio per circa 5 minuti. Battete le fettine di carne per renderle più sottili e tenere. Sistematele, quindi, nella padella e lasciatele cuocere a fuoco medio per 6, 7 minuti per lato, finché saranno ben dorate.

3. Sgocciolate la carne e tenetela da parte, al caldo. Mettere nella padella l'ananas e le mandorle, poi lasciate dorare bene, a fuoco vivace. Spruzzate con la salsa worcester o, se preferite un gusto meno forte, con la salsa di soia, quindi cospargete con un po' di peperoncino macinato.

4. Rimettete la carne nella padella e lasciate insaporire per un minuto a fuoco spento, avendo l'accortezza di tenere il coperchio ben chiuso.

5. Servite caldo, accompagnando con riso pilaf allo zafferano.

Road movie: Controra - House of Shadows

Il canto delle cicale esplode mentre Megan e suo marito Leo sono in viaggio alla volta della Puglia. Questioni di eredità, legate alla morte di un parente prelato, li trascinano nella terra che Leo non vedeva da tempo. Lui è un italiano emigrato in Irlanda, lei un'artista irlandese affascinata dall'Italia. La coppia decide di fermarsi nell'antico palazzo di famiglia, abbandonato da anni. 


Fiona Glascott (Megan)
È estate e lenzuola bianche coprono mobili, ombre e la strana sensazione che qualcosa di insolito possa accadere da un momento all'altro. Nella controra, quando tutto tace bruciando nel sole e la citta senza ombre sembra deserta, le anime dei defunti tornano a trovare i vivi. Nelle stanze della loro dimora pugliese, Megan sente voci e passi, urla e pianti di bambini. Crede di impazzire e viene considerata pazza da chi le sta intorno. Intanto, durante la sua tormentata permanenza nel Sud Italia, mette insieme i tasselli di un lontano segreto familiare che appartiene a Leo.


Pietro Ragusa (Leo)

Lascia con il fiato sospeso il paranormal thriller Controra - House of Shadows, girato tra Puglia, Irlanda e Trentino Alto Adige e al cinema dal 5 giugno. Il film, opera prima di Rossella De Venuto (nata a Trento, ma di famiglia pugliese), offre uno spaccato del folclore e delle antiche credenze del Mezzogiorno italiano. Tradizioni che la regista ben conosce, avendo trascorso l'infanzia in Puglia. La storia rimanda a fatti di cronaca realmente accaduti, come il caso di Elisa Claps. 


Rossella De Venuto
Sono durate sei settimane le riprese in Italia, tra Bolzano, Giovinazzo, Molfetta e Altamura. In quest'ultima città, a giugno 2012, la troupe ha girato alcune scene interne ad un palazzo storico. In Irlanda, invece, il cast si è fermato un giorno solo - a Dublino - per girare la sequenza iniziale del museo e della casa di Megan. Il mistero si scioglie a Bolzano, in Alto Adige.
Bianca Nappi
Il film, costato un milione e duecentomila euro, è stato finanziato e sostenuto da Apulia film commission, BLS Südtirol Alto, Ministero per i beni e le attività culturali, Irish film board e Regione Lazio. Concorre al Galway film fleadh 2013, nella sezione New irish cinema, ed è fuori concorso nella sezione Panorama internazionale al Bif&st 2014. Partecipa alla ventottesima edizione del Bozner filmtage Bolzano cinema.

Interpreti
Pietro Ragusa (Leo)
Fiona Glascott (Megan)
Federico Castelluccio
Marcello Prayer
Salvatore Lazzaro
Ray Lovelock
Bianca Nappi

Soggetto 
Rossella De Venuto 

Sceneggiatura 
Rossella De Venuto
Francesco Piccolo 

Produttore 
Maurizio Antonini


Controra - House of Shadows, trailer






 
















 




Irish Film Board e dell’Apulia Film Commission