lunedì 15 giugno 2015

Tra Puglia e Abruzzo, appunti di viaggio

Non può continuare a piovere

di Anna Maria Colonna
terrenomadi@gmail.com 
1 giugno 2015 - ore 9.10
 
L’accoglienza dei genitori di Stephanie mi ricorda il pranzo con loro lo scorso anno, una piacevole domenica in compagnia tra un impegno scolastico e l’altro. Li riabbraccio e vedo spuntare la macchina azzurrina di Stef, come la chiamo io. Emozioni così le provi solamente quando sai che un’amica conosce di te più i silenzi che le parole. E le parole continuano ininterrottamente per tutta la serata, davanti alle nostre pizze castagne e nocciole e ai dolci di mele, mandorle e cioccolato. Meravigliosamente... viaggio nella vita...


Ore 9.50

L’incursione nella fabbrica di confetti Pelino è stata un dolce toccasana, anche per l’abbraccio della signora Pina. Le distanze non sono sempre burroni. Possono tracciare ponti anche tra persone che si conoscono appena. Il profumo di zucchero delizia il mio naso, difficile resistere alla tentazione.

Nel cielo, nemmeno una nuvola. Il tempo stamattina rispecchia il mio umore. Rifletto. Viaggiare è tracciare sentieri, ritrovare la parte più vera e più bella di se stessi e degli altri.


Pacentro
Ore 15.00
Piove, eppure c’è il sole. Un temporale di quelli estivi, intensi e brevi. Scoppi improvvisi e passeggeri. Lasciano il tempo che trovano. «Ma è scemo questo tempo?!?», esclama una signora mentre si ripara sotto un balcone. «Troppa neve, troppa pioggia, adesso arriva l’estate, non può continuare mica a piovere!». È vero, non può piovere per sempre.

La mattinata con Ivano è trascorsa veloce, tra una fotografia e l’altra. Ripercorro con la penna volti e scorci di Pacentro, uno dei borghi più belli d’Italia, a pochi chilometri da Sulmona. Il panorama è mozzafiato da lassù. Ivano conosce il posto, mi fa notare che i numeri civici in terracotta hanno colori diversi a seconda delle zone in cui si trovano le abitazioni. Riprendiamo il gruzzolo di case del borgo da diverse angolature. Le sfumature vive della bella stagione rendono preziosi gli scatti. Le viuzze sono abbellite ovunque da fiori e lampioncini. Le fontane danzano al suono dell’acqua e fanno da bussola verso le piazzette arroccate tra i pendii.

La chiesa di Santa Maria della Misericordia, in piazza del Popolo, è chiusa, ma dalle vetrate si riesce a vedere l’interno. Sbircio e catturo le trasparenze intarsiate di una finestra. Poi stringo la mano a Ferdinando, lo scalpellino di Pacentro che, con coraggio, sta portando avanti il mestiere ereditato  dal nonno. Nella sua bottega modella ogni giorno la pietra bianca della Majella, dandole forme di animali, piante, uomini. Volti e incontri, inevitabilmente. Ad ogni viaggio. Ivano mi fa notare lo stemmario dei fondatori e dei personaggi storici di Pacentro esposto sulla parete esterna di un palazzo. L’elenco è lungo diciannove stemmi e sculture.



Poi, ancora, incontri. Questa volta con Franca, presepista. Parla della sua arte e racconta del desiderio di testimoniare il passato attraverso le «mammuccje». Incuriosita, chiedo di spiegare. «Sono statuine in terracotta che mostrano, negli abiti e nei gesti, le tradizioni agropastorali a cui il nostro territorio è legato». Riconosco le donne di Scanno proprio dagli abiti. E penso a quanto sia bello e naturale valorizzare un luogo, un’usanza, una persona quando vengono tirati in ballo i sentimenti. Quelli più profondi. Spesso le cose nascono già con l’intenzione che debbano finire.

Qui la prima parte degli appunti di viaggio, qui la seconda, qui la terza

Continua lunedì 22 giugno. 

Colonna sonora: Evynne Hollens, Over the rainbow 


Scorci di Pacentro, uno dei borghi più belli d'Italia



 




Piazza del Popolo
Santa Maria della Misericordia




Ferdinando, scalpellino



Franca, presepista



















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